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A denunciare la vicenda è stato uno youtuber. Molte aziende che avevano pagato per inserire pubblicità prima dei video hanno sospeso gli investimenti. La piattaforma è intervenuta chiudendo centinaia di canali e disabilitando i commenti sotto milioni di contenuti

La denuncia

Un nuovo scandalo legato alla presenza di contenuti e commenti riconducibili alla pedofilia sta colpendo YouTube. Tutto è nato dalla segnalazione dello youtuber Matt Watson che ha denunciato come sulla piattaforma ci sia stata una crescita esponenziale di scambi di commenti tra pedofili sotto video che vedevano protagonisti dei bambini coinvolti nelle attività quotidiane più disparate. In molti casi veniva poi esplicitamente chiesto di scambiare materiale pedopornografico tramite WhatsApp. Ma come ha anche raccontato Wired Uk, a questo si aggiunge l’ondata di migliaia di visualizzazioni di contenuti dove alcuni piccoli sono in solo biancheria intima. Il tutto ulteriormente aggravato dal fatto che l’algoritmo di YouTube suggerisce altri filmati con contenuti analoghi o su cui comunque proliferano commenti da parte di pedofili.

Via la pubblicità

Come spesso accade le prime ad aver reagito con maggiore durezza sono state le aziende che avevano pagato per inserire le pubblicità prima della riproduzione di questi video. Il produttore di videogiochi Epic Gamer, il gigante dell’industria del cibo Dr. August Oetkere, Nestlé, a cui si sono aggiunte anche la compagnia telefonica americana AT&T e la Hasbro, hanno annunciato la sospensione degli investimenti pubblicitari sulla piattaforma finché YouTube non garantirà la tutela della loro immagine. Una decisione che secondo indiscrezioni avrebbe preso anche Disney, senza però renderla ancora pubblica.

Le contromisure

Anche YouTube si è mobilitato per risolvere il nuovo caso sollevato, annunciando di aver chiuso 400 canali, eliminato account e disabilitato i commenti su milioni di video che vedono come protagonisti bambini o ragazzini minorenni. La piattaforma ha anche detto di aver presentato il materiale illegale alle autorità giudiziarie. Come ha riportato AdWeek, YouTube si è poi mosso per rassicurare le grandi aziende che comprano spazi pubblicitari su una stretta ulteriore nella policy sulla difesa dei minorenni e sulla salvaguardia della reputazione dei brand.

Gli altri casi

Non si tratta però della prima volta in cui YouTube si è visto suo malgrado coinvolto in un caso legato alla pedofilia. A fine novembre era infatti stato scoperto che l’algoritmo alla base dell’auto completamento sulla barra di ricerca della piattaforma andava a suggerire anche contenuti di tipo esplicito. Qualche settimana prima era scoppiato un ulteriore caso con la rivelazione che sulla piattaforma YouTube Kids dedicata ai bambini erano disponibili video del tutto inappropriati di carattere violento o inquietante. Circostanze simili erano poi emerse anche mesi prima, con la presenza di figure dei cartoni molto conosciute come Peppa Pig coinvolte però in situazioni spaventose e che potevano creare disagio. A tutto questo YouTube aveva risposto con una serie di nuove linee guida per avere un controllo maggiore sui contenuti e sui commenti.

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