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L’Australian Securities Exchange (ASX) potrebbe presto aderire all’iniziativa Onu di promozione della sostenibilità, la Sustainable Stock Exchanges, che al momento ha 10 partner.
LE INTENZIONI – A dire il vero, dalla borsa australiana ci tengono a precisare che finora si sono impegnati su vari fronti per perseguire lo scopo ultimo della sostenibilità, ma che si sono interessati al programma SEE considerati i progressi nel tempo. Tra i suoi principi in effetti si legge che le società quotate devono rendere note informazioni relativi ai rischi connessi a economia, ambiente e sostenibilità sociale, oltre che alle azioni che vengono messe in pratica per gestire tali rischi.

REAZIONI – Mark Makepeace, direttore dei servizi informativi del London Stock Exchange ha commentato in maniera eloquente: “In definitiva, la sostenibilità è il supporto della crescita economica globale nel lungo periodo”.

RISVOLTI – Il programma SSE punta a scoprire come le borse possano lavorare con gli investitori e le società con cui hanno a che fare per agire con trasparenza e per incoraggiare investimenti sempre più sostenibili, tra la varietà di aree ESG (environmental, social and governance).
GREENWASHING? – Il ruolo delle borse nel mercato degli investimenti sostenibili è da tempo fonte di dibattito. Ci si chiede infatti se non sia puro greenwashing, ma il Principio degli Investimenti Responsabili, rimarcato anche dall’Onu, le difenderebbe, alla luce del fatto che il loro coinvolgimento è essenziale nella diffusione di pratiche sostenibili e di Csr.
Non a caso uno studio pubblicato lo scorso anno ha stilato una classifica delle borse mondiali proprio sulla base del loro impegno e di una serie di indicatori di sostenibilità – gestione dell’energia, emissioni e simili – che valutano le società quotate. E a quanto pare, l’Europa spiacca: i mercati azionari del nostro continente occupano 8 posizioni della top 10 mondiale.

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