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Parte «(Ri)Generiamo», un’impresa benefit nata dalla collaborazione di Leroy Merlin con cooperative sociali e associazioni solidali

Si può. Può non essere un’utopia: imprenditorialità e sostenibilità possono convivere in modo produttivo, creando un punto di incontro tra profit e non profit. Nasce così (Ri)Generiamo, un’impresa benefit nata dalla collaborazione di Leroy Merlin con cooperative sociali e associazioni solidali. «Oggi, l’opportunità delle società benefit e delle cooperative, come è accaduto nel secondo dopoguerra, può essere un’idea vincente per creare un’intera nuova generazione di imprenditori orientata allo sviluppo sostenibile» ha spiegato l’economista Enrico Giovannini, fondatore e portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), «proprio la sostenibilità in tutte le sue sfaccettature, unita alla capacità di cooperazione tra imprese di diversa natura, può rappresentare la chiave di volta per affrontare simultaneamente la contingente questione economica e sociale».

E così, Mauro Carchidio, direttore immobiliare e sviluppo sostenibile di Leroy Merlin Italia, spiega che: «Con (Ri)Generiamo vogliamo dare vita a un modello di business realmente sostenibile, capace di includere le persone e di realizzare prodotti che abbiano un valore sociale importante, attraverso i quali coinvolgere e rendere partecipi i nostri clienti».

Nascono allora GenerAtelier, una rete di sartorie sociali che realizza mascherine, shopper e prodotti per l’arredo tessile, ricavandoli da scarti di tessuti certificati, già in vendita dall’1 agosto in tutti i negozi Leroy Merlin. Parallelamente, anche nel settore «green», sono stati messi a punto due progetti: FormidAbili, un’iniziativa che prevede la fornitura di servizi per la cura del verde, attraverso l’inclusione e la valorizzazione di persone con disabilità e che prende il via in fase sperimentale nei punti vendita di Roma Fiumicino e Torino Moncalieri, e Terra Inclusiva che, grazie al coinvolgimento del VivaIO di Agricoltura Capodarco, si occupa invece della produzione di piante aromatiche attraverso l’integrazione di persone con disabilità mentali e psichiche.

L’obiettivo è quello di promuovere un’economia che valorizzi, in un’ottica imprenditoriale, le persone nella loro diversità e le renda protagoniste nell’attuale sistema di mercato. Le società benefit hanno infatti  l’obbligo di integrare nel proprio statuto, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sull’habitat: non sono imprese sociali o enti caritatevoli, ma rappresentano un’evoluzione dei modelli tradizionali di impresa.

«La pandemia è un evento storico che ci ha messo di fronte alla necessità di compiere un cambio epocale», ha dichiarato durante la conferenza stampa suor Alessandra Smerilli, direttrice comitato scientifico della Scuola di Economia Civile e consigliere dello Stato Vaticano, «Nell’ambito dell’economia, è importante pensare a un’azione di reset, più che di restart. Dobbiamo lavorare per preparare il futuro, quindi è importante dimostrare al mondo come sia possibile fare impresa in un modo differente dal passato. L’Italia sta dimostrando grande effervescenza nel settore delle società benefit, per questo è necessario fare rete e intraprendere un cammino insieme».

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