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I social network sono una questione sempre più seria. Da tempo grandi e piccole aziende hanno intuito il potenziale di strumenti come Facebook, Twitter e Instagram per parlare direttamente ai propri consumatori e costruire relazioni uniche. Più recentemente però, i brand hanno scoperto un nuovo e potente canale per comunicare e raggiungere il proprio target: i cosiddetti (e sempre più famosi) influencer.
Figure accomunate da un largo seguito sui social, da una voce neutrale e allo stesso tempo autorevole agli occhi della propria community (authority, knowledge, position e relationship gli elementi costitutivi individuati da MailUp). La creazione di relazioni di valore è infatti al centro dell’Influencer Marketing, un insieme di tecniche e strategie che ha tra i propri obiettivi quello di aumentare la portata della voce del brand grazie all’affidamento dei propri messaggi a figure selezionate.
Influencer MarketingMa come scelgono le aziende l’influencer giusto? Fondamentale, nella persona individuata, la capacità di parlare a un pubblico preciso, con caratteristiche socio-demografiche e abitudini di consumo particolarmente delineate, una cosiddetta nicchia, che si immedesima nello stile del proprio influencer.
Conta dunque il numero di follower (parliamo generalmente di migliaia o addirittura milioni), ma questo non deve rappresentare l’unico criterio di valutazione all’interno di una strategia di Influencer Marketing, come sottolineato nella Video Academy di MailUp.
Oltre al seguito, è infatti necessario analizzare la capacità degli influencer di essere percepiti come persone “normali”. Di qui il vero paradosso, l’equilibrio sottile alla base dell’Influencer Marketing. Come può una persona considerata autentica e spontanea scendere “a compromessi” con un brand e mantenere intatta la relazione con il proprio pubblico? I migliori influencer hanno capito da tempo che la fiducia del proprio seguito è fondamentale per il proprio posizionamento e per il proprio business: per questo curano i propri contenuti nel minimo dettaglio e li inseriscono in uno storytelling intimo e personale.
Recentemente, negli Stati Uniti, la Federal Trade Commision ha però istituito una nuova tutela a difesa dei consumatori; l’obbligo cioè, di contrassegnare i contenuti a pagamento pubblicati su profili personali di influencer con gli hashtag #sponsored o #adv. Una misura che permette, tra l’altro, di tracciare in maniera semplice la condivisione di questi contenuti. Da gennaio 2017, solo su Instagram, ne sono stati pubblicati oltre 200 mila al mese.
Ma quanto guadagna un influencer? Per chi ha una follower base consolidata, quello dei social network è sicuramente un mercato lucrativo, come scrive l’Economist, che ha provato a fare una stima del valore di un singolo post sui diversi social network. Secondo il giornale, Instagram e Snapchat assicurano buoni ricavi: tra i 5 mila dollari per post per chi ha un massimo di 500 mila follower e oltre 150 mila dollari per chi supera i 7 milioni. Cifre considerevoli, ma nulla in confronto a YouTube, il canale più remunerativo in assoluto: si guadagnano infatti più di 12 mila dollari per un contenuto condiviso con un pubblico di 500 mila follower, per arrivare a 300 mila dollari con community di oltre 7 milioni.
Nonostante venga spesso liquidato come fenomeno di passaggio, questi dati dimostrano come l’Influencer Marketing sia di fatto un nuovo trend di considerevole portata, difficile da ignorare. Un’opportunità da analizzare a fondo per capire come utilizzarla per i propri obiettivi di brand, preparandosi a coglierne ogni possibile evoluzione.

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