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Alla fine le scuse di Ségolène Royal sono arrivate. Un breve tweet, pubblicato nel pomeriggio, con cui il ministro dell’Ecologia francese ha fatto dietrofront rispetto al suo atto d’accusa alla Nutella: “Mille scuse per la polemica sulla Nutella”.

 Una mossa arrivata a seguito di enormi polemiche. Sì, perché quella frase, pronunciata nel corso della trasmissione Le Petit Journal di Canal+, agli italiani proprio non è andata giù. “Bisogna smettere di mangiare Nutella perché contiene olio di palma”, aveva detto il ministro Royal.

Immediati i commenti di tanti amanti della crema di nocciole che avevano puntualizzato come non solo Ferrero, produttore di Nutella, ma anche tante altre realtà industriali si servano dell’olio di palma. Non erano mancate, poi, le critiche delle istituzioni e della politica. Il ministro dell’Ambiente italiano, Gian Luca Galletti, aveva criticato apertamente l’omologa francese. “Segolene Royal sconcertante: lasci stare i prodotti italiani. Stasera per cena… pane e #Nutella”, aveva scritto su Twitter Galletti.

 Linea scelta anche da Agnese Renzi che, in visita a Expo insieme alla figlia, ha colto l’occasione per tornare indirettamente sul tema. Come? Ordinando e mangiando una crêpe alla Nutella. E di “grave e brutto scivolone della Francia sull’eccellenza italiana” aveva parlato per primo il deputato democratico Michele Anzaldi, membro della commissione Agricoltura della Camera.
 Ora, niente più stop all’acquisto: Royal, che aveva chiesto di rinunciare all’amatissima crema spalmabile per difendere le foreste e, quindi, l’ambiente, torna sui propri passi. E, del resto, ha dovuto vedersela anche con la replica di Ferrero. L’azienda italiana, pur non intervenendo direttamente sulle frasi del ministro francese, aveva difeso con fermezza il proprio operato. Dalla ricerca delle materie prime in Malaysia, Papua Nuova Guinea e Brasile fino alla vendita, aveva affermato il gruppo di Alba, ogni scelta viene fatta all’insegna della sostenibilità e della sicurezza. Come garanzie, l’affiliazione al Roundtable on sustainable palm oil (Rspo) e i “numerosi impegni in relazione alle forniture di olio di palma”. Ferrero si sarebbe, in particolare, impegnata a servirsi esclusivamente di olio di palma “certificato sostenibile al 100%”.

Accanto alle precisazioni aziendali e alle polemiche politiche, poi, la rivolta del web. E rilevante è anche il commento apparso oggi su Il Sole 24 Ore. “L’impatto ambientale dell’olio di palma ovviamente c’è, perché ogni atto umano ha un impatto sull’ambiente. Ed è vero che ci fu un impoverimento del mondo quando si abbatterono migliaia di ettari di foresta pluviale in Malesia o in Indonesia per piantare palme da olio. Ma boicottando la Nutella non si rallentano i consumi di olio di palma né si restituisce foresta pluviale. Se non esistesse la crema al gianduia, la coltura di palme non perderebbe un ettaro e le navi cisterna cariche di olio viaggerebbero sulle stesse identiche rotte. Rinunciare all’olio di palma significa favorire altri grassi e altre colture di pari impatto”. Quello di Royal, conclude Il Sole 24 Ore, è un brutto scivolone.

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