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In un raro esempio di buona gestione di crisi, James Dimon, CEO di J.P. Morgan Chase, ha annunciato di persona una perdita da 2 miliardi di dollari registrata dall’istituto finanziario a causa di posizioni prese sul mercato da un trader che operava presso il Chief Investment Office della banca.

James Dimon, CEO di J.P. Morgan gestisce con intelligenza l’annuncio di una perdita da $2 miliardi

Nel corso di una conference call convocata di gran corsa con gli analisti il CEO, considerato secondo il Wall Street Journal il “Re di Wall Street” ha dichiarato che la strategia della banca era “imperfetta, complessa, mal controllata e mal monitorata” descrivendo l’errore come “considerevole e autoinflitto”. Senza mezzi termini, James Dimon ha detto agli analisti che “ammettiamo l’errore, lo correggeremo e andremo avanti”. Sempre nel corso della telefonata il CEO ha inoltre spiegato che l’istituto ha aperto un’inchiesta interna per comprendere le dinamiche di quanto accaduto ammettendo che “molti errori” sono sicuramente stati commessi, “errori di valutazione” così come una certa “leggerezza”.
Assumendosi l’onere dell’annuncio, gestendolo in prima persona e in maniera trasparente senza cercare di alterare o nascondere i fatti, Dimon e i suoi consulenti hanno dato dimostrazione di saper gestire correttamente la situazione.
Ciò nonostante il titolo ha perso il 9% e l’istituto ha subito un downgrade da parte di Fitch che ha motivato la propria decisione così: “il rischio potenziale alla reputazione e le problematiche associate alla gestione del rischio presso JPM non sono più in linea con un rating AA-”.
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