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Sono già 61 gli edifici realizzati in EcoBricks, i mattoni ricavati dai rifiuti non biodegradabili.

Sono già 61 le scuole realizzate con EcoBricks, i “mattoni” ecologici che altro non sono se non bottiglie di plastica riempite di rifiuti non biodegradabili, in appena 69 mesi (meno di 6 anni).
L’idea è nata grazie all’inventiva dell’attivista Susana Heisse e all’attività della fondazioneHug It Forward, il cui scopo è «promuovere l’educazione e la consapevolezza dando alle comunità dell’America Latina la possibilità di costruire “scuole di bottiglie“».
Gli edifici così realizzati hanno una struttura in cemento armato, ma tutte le pareti adoperano, al posto dei mattoni, bottiglie di plastica piene di altri rifiuti che, se non venissero utilizzate in questo modo, finirebbero nelle discariche.
Il tutto viene poi coperto di cemento, intonacato e dipinto, nascondendo le bottiglie alla vista e restituendo una parete che non si discosta per nulla, almeno all’apparenza, da una parete di mattoni.
Grazie a Susana Heisse, invece, è nato un nuovo modo per riciclare la plastica che offre anche un’opportunità alle comunità più povere: una scuola costruita con le bottiglie ha infatti costi di realizzazione inferiori rispetto a una costruita con i metodi tradizionali; inoltre è educativa, in quanto la sua stessa esistenza impartisce un importante insegnamento sul rispetto per l’ambiente.
C’è poi un altro vantaggio, sottolineato da Hug It Forward: la costruzione di questi edifici coinvolge l’intera comunità, che così sente come proprie le scuole.

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